Super Mario della Luna dei Fiori è il mio personale Barbenheimer.

Super Mario della Luna dei Fiori il mio spassoso compagno di avventure.

Uno screenshot di Robert De Niro e Leonardo DiCaprio in Killers of the Flower Moon, solo De Niro ha il volto di Elephant Mario
Grafica: Matt Patches/Polygon | Immagini di origine: Nintendo, Apple Studios

Due grandi opere d’arte di importanti italiani emergenti nello stesso giorno?!

Oggi – venerdì 20 ottobre – due opere incredibilmente contrastanti eppure in qualche modo complementari dei creatori al massimo della loro bravura, seduti proprio all’incrocio tra arte e commercio, arrivano allo stesso tempo. E’ tutto uno scenario alla Barbenheimer, ma questa volta solo per me. Oggi siamo fortunati ad avere sia il Super Mario Bros. Wonder di Nintendo che Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese.

Sono molto entusiasta. Ma c’è davvero qualcosa di più in questa situazione oltre alla coincidenza di due cose che aspettavo da tempo, create da due uomini italiani di grande importanza nella mia vita? Sì, ovviamente. Oltre ad entrambi essere estremamente buoni, questo gioco e questo film condividono una suggestiva resonanza culturale l’uno con l’altro, così come con Barbie e Oppenheimer, di cui spiegherò adesso.

Tutto è iniziato con la divertente contrapposizione tra questi due film nella loro data di uscita – femminile e maschile, chewing-gum e serio, bambole e bombe. Beh, non può esserci un contrasto maggiore rispetto a un gioco di piattaforme anarchico e surreale che reinventa costantemente le sue regole e un western neo-western di tre ore e mezza sulla morte della tribù Osage negli anni ’20 nell’Oklahoma.

Ma la vera gioia di questa situazione è scoprire che entrambi i film sono fantastici, possono piacere al pubblico dell’altro ed hanno, sotto le loro pose artistiche diverse, uno scopo comune. Parlano entrambi di qualcosa e hanno anche alcuni temi in comune. Lo stesso vale per il nuovo Mario e Marty: cappelli. Fiori. Lo spettro della mortalità. L’inevitabilità della debolezza. La seduzione degli elefanti. Tutto è lì.

In questa nuova duologia involontaria, Killers of the Flower Moon gioca chiaramente il ruolo di Barbie: il personaggio di Leonardo DiCaprio nel film, Ernest Burkhart, è un classico Ken, un testa di legno i cui affetti mal riposti e il complesso di inferiorità lo portano a creare intorno a sé un incubo distopico che distrugge tutto ciò che ama veramente. Inoltre, entrambi i film hanno molte interessanti comparsate.

Questo rende Super Mario Bros. Wonder il nuovo Oppenheimer, un lavoro intellettuale che rompe gli schemi e sperimenta il terribile potere dell’immaginazione umana. Quando Mario tocca il Seme delle Meraviglie, raggiunge un nuovo livello di comprensione che atomizza il suo mondo e lo riorganizza in una nuova forma – proprio come J. Robert Oppenheimer. E naturalmente, Mario ha flirtato con l’idea di unirsi al Partito Comunista negli anni ’30.

Scherzi a parte, beh, parzialmente seri, che giorno fortunato questo. Un nuovo Mario in 2D, dello studio interno insuperabile di Nintendo e prodotto dal creatore originale di Super Mario Bros., Takashi Tezuka, che sembra essere una continuazione spirituale dei migliori giochi della serie degli anni ’80 e ’90. Un nuovo film di Scorsese, ampio, inquieto e pieno di vita, come tutto quello che ha realizzato nella sua carriera di oltre 50 anni. Alti maestri al lavoro. Tutto quello che possiamo fare è guardare con gratitudine in awe.