The One Reborn è più di un semplice boss spaventoso di Bloodborne DesGameTopic.

The One Reborn è un boss spaventoso di Bloodborne DesGameTopic.

L’aspetto visivo dei boss in Bloodborne evoca perfettamente gli elementi dell’orrore lovecraftiano che il gioco cerca di trasmettere, dalle creature cosmicamente grottesche agli umani che sono oltre ogni ragionamento. Tra questi boss c’è The One Reborn, che potrebbe essere considerato il boss più grottesco, anche se confrontato con altre creature orribili come la Blood-Starved Beast nell’Old Yharnam.

Tuttavia, l’aspetto di The One Reborn non è solo disgustoso o spaventoso, poiché lo sviluppatore FromSoftware non si accontenta mai di un semplice incontro che rimanga un’unica trovata. Invece, questo boss riesce a dare a Bloodborne un riferimento a un gioco precedente che ha segnato l’inizio di questa nuova era di giochi simili a Souls per l’azienda, in particolare per quanto riguarda l’ambientazione.

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The One Reborn tra i molti

L’introduzione di The One Reborn è facilmente uno dei momenti più angoscianti del finale di Bloodborne, poiché il giocatore viene aggredito da un gruppo di donne che suonano le campane e costretto ad affrontare il boss. Nella scena che richiama The One Reborn, questo boss viene chiamato dal vuoto, sembrando nascere da una luna d’ombra che discende su Yharnam durante la caccia. Dopo la rivelazione della Luna di Sangue, il boss viene mostrato nella sua vera forma, come una massa di parti del corpo umano riadattate per diventare l’entità singolare che il giocatore deve sconfiggere.

Essendo uno degli incontri principali che si trovano dopo aver sconfitto Rom, l’Arrampicatore Vacuo e aver svelato la Luna di Sangue, si tratta di un raro incontro in cui la vera natura del nemico è completamente visibile. Dopo questo punto, c’è una strana torsione nel modo in cui vengono creati i nemici, e in tutta l’area di Yahar’gul, i nemici che in precedenza avevano corpi pelosi e bestiali si rivelano essere un insieme di parti di ricambio. Questo persiste per The One Reborn, che è tanto grottesco quanto le fiere belve senza peli e le casse anguste che infestano le strade che precedono il boss.

Per rendere le cose ancora più interessanti, durante lo scontro vero e proprio, questa strana amalgama di parti del corpo incorpora direttamente la sua figura sconnessa nel combattimento. Invece di attaccare solo con un braccio fatto di parti del corpo come The Rotten di Dark Souls 2, le singole parti stesse si lanciano in attacchi autonomi. Questo aiuta ad elevare l’orrore lovecraftiano di Bloodborne direttamente nel gameplay, con una serie di attacchi che colpiscono in modo sorprendente e senza preavviso.

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La Guardia del Torrione di Demon’s Souls manda i suoi guardie del corpo

Oltre all’incredibile aspetto e alla lotta intensa contro The One Reborn, questo incontro è uno dei tanti di FromSoftware che trae grande ispirazione dai titoli precedenti. In particolare, le donne che suonano le campane che appaiono per richiamare The One Reborn, ma rimangono presenti durante tutta la battaglia per attaccare il giocatore a distanza. Le strategie di successo contro The One Reborn spesso si occupano rapidamente di queste donne, prima di doversi preoccupare che sparino al giocatore mentre cercano di abbattere il boss.

Questo gruppo di nemici a distanza riflette perfettamente l’arena del boss di Demon’s Souls, il Cavaliere della Torre. In questo precedente titolo di FromSoftware, i giocatori si trovano all’ingresso di un castello con un gigantesco boss che si erge sopra di loro e viene supportato da una serie di arcieri con balestre puntate verso il campo di battaglia. Anche la posizione stessa, nella trappola mortale di un castello, con un gruppo di nemici con una figura più grande che si staglia sopra il giocatore, contribuisce a solidificare The One Reborn come un riferimento a un classico boss di FromSoftware.

Bloodborne è disponibile ora per PS4.

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